Vesuvio e vino. Qual è la storia del vulcano più famoso d’Europa?
Il Vesuvio è un vulcano tuttora attivo. Nonostante la tragica eruzione del 79 dopo Cristo che distrusse le città di Pompei ed Ercolano causando migliaia di vittime, sono centinaia i turisti che ogni giorno salgono le sue pendici per affacciarsi sulla bocca del cratere. Quotidianamente monitorato con sofisticate strumentazioni, il Vesuvio non è solamente un’attrazione turistica di fama mondiale, ma anche uno straordinario microcosmo naturale. Sulle sue pendici infatti nei secoli si è sviluppata una ricca e variegata produzione agricola: dalle albicocche ai pomodorini, dagli agrumi alle noci, per finire con i suoi vini unici.
Cosa rende particolari i vini del Vesuvio?
Le caratteristiche uniche dei vini coltivati sulle pendici del Vesuvio derivano dalla composizione del suolo vulcanico. Le colate laviche che si sono succedute nei secoli hanno introdotto nel terreno elementi profondamente diversi: pomici, lapilli, minerali ed altre sostanze hanno modificato profondamente la composizione del terreno e di conseguenza la vegetazione superficiale. Il suolo coltivato sulle pendici del vulcano è fertilissimo e molto adatto ad ospitare impianti viticoli. La sua porosità ne permette il facile e rapido drenaggio, ponendo inoltre un forte ostacolo alla presenza di agenti patogeni. La vite a piede franco si conserva e cresce pertanto in modo forte e sicuro.
Quali vini si coltivano sul Vesuvio?
Inutile cercare in quest’area i nomi conosciuti a livello internazionale. La zona vitivinicola vesuviana è votata infatti esclusivamente alla produzione di vitigni legati alle varietà locali: dal Piedirosso al Falanghina, dall’Aglianico al Caprettone, dal Coda di Volpe al Greco e alla Catalanesca, per finire con la varietà forse più conosciuta, il Lacryma Christi. Le aziende presenti sono tutte di dimensioni medio-piccole e condotte a gestione familiare, spesso con approccio biologico e pienamente rispettoso dell’ambiente. In tempi recenti la tendenza si è decisamente orientata a favore della qualità rispetto alla quantità. L’area potenzialmente può esprimere una produzione vicina al milione e mezzo di bottiglie.
Come lavorare i vigneti in pendenza?
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